#Alumni. Giulia Pagliai: come la mia vita è cambiata con l’Expo di Dubai

Nello scorso mese di agosto 7 studenti di Fondazione Campus sono stati selezionati dal Bulgari Hotel & Resorts Dubai per lavorare nello Spazio e nel Ristorante Niko Romito in occasione di Expo 2021, di scena proprio a Dubai dal 1 ottobre 2021 al 31 marzo 2022. Dopo Irene Rossetti, Giulia Pagliai racconta a #IoSonoCampus la sua esperienza. Puoi vedere tutte le foto anche su: Instagram e Facebook.

“If you put passion into what you are doing, you can make the impossible, possible”.

Ricordo il giorno della partenza come se fosse ieri, eppure sono passati 8 mesi. Ricordo ancora la paura, l’ansia e un mix di emozioni alle quali temevo di non essere pronta.
Il 15 Aprile 2021 sono andata a Milano a fare il colloquio con Bulgari perché mi ero candidata al Progetto dell’Expo all’interno del Padiglione Italia per lavorare per 6 mesi nel ristorante del famoso chef 3 stelle Michelin Niko Romito.
Nel corso degli anni la mia paura più grande è sempre stata quella di non riuscire a fare un discorso in inglese e per questo motivo temevo di non essere presa. Poi è arrivata quella chiamata da Fondazione Campus. Da quel momento in poi la mia vita ha cominciato a cambiare gradualmente: prepararsi alla partenza prevista per il 22 agosto 2021, preparare la tesi magistrale e prepararmi psicologicamente a cambiare la mia vita per quasi un anno.

Dopo qualche mese la partenza e quell’aereo che ha decisamente cambiato tutta la mia vita.
I primi tempi mi sentivo un po’ un pesce fuor d’acqua: ambientarsi in un paese estero inizialmente non è mai facile, specialmente quando sei a migliaia di chilometri lontano da casa e dai tuoi cari.
I primi training in hotel per prepararsi all’Expo mi hanno fatto subito capire quanta voglia avessi di mettermi in gioco. E così ho fatto! Sono partita per l’avventura più bella della mia vita. L’esperienza all’Expo mi ha permesso di aumentare il mio bagaglio professionale e culturale: ogni giorno ero a contatto con centinaia di clienti provenienti da ogni parte del mondo. Il nostro manager, Alfonso Giudice, ci ha cresciuti e formati, ha creato un team che nel corso del tempo è diventato una famiglia sulla quale poter contare in ogni momento. Quando hai un buon manager che ti motiva grazie alla passione che ti trasmette, ogni parte dell’operation del lavoro diventa qualcosa di incredibile.
Abbiamo affrontato tanti momenti complicati, superati con tanta voglia di lavorare e con passione: credo che, dopo 8 mesi, l’elemento predominante in questa esperienza sia stata proprio la passione.

Vorrei condividere un post che ho pubblicato su Linkedin qualche giorno dopo il rientro in Italia e unirlo ad alcune considerazioni che spero possano essere utili a tutti quei giovani studenti come me che hanno voglia di mettersi in gioco e che sono innamorati del settore turistico e alberghiero.

“Ho 4.800 foto sul telefono e se dovessi selezionare i momenti migliori non basterebbe un unico post e quindi ho messo una selezione casuale. Niente da dire, Dubai ha cambiato la mia vita sotto molteplici punti di vista. Sono partita e non riuscivo a fare un discorso in inglese e dopo un paio di mesi i clienti dicevano che il mio inglese aveva un accento “very funny”. Sono partita da sola, non conoscevo nessuno e dopo 8 mesi lasciare il mio team ha creato un vuoto dentro di me. Ho trovato una famiglia, non dei semplici colleghi. Ognuno di loro mi ha insegnato qualcosa di nuovo e aspetti di me che nemmeno conoscevo. Eravamo una macchina da guerra. C’erano centinaia di clienti al giorno ma a noi non importava, si correva e tra uno sguardo e una parola ci sostenevamo.
Abbiamo condiviso tutta la nostra vita, serate, cene, letti, musica, pianti, risate, amore ed emozioni.
Perché quando c’è l’amore c’è tutto.
Amore inteso come unione del team, delle menti, connessione, complicità e chimica.
C’era la passione ed eravamo l’1% davvero.
Dopo meno di 24 ore a casa ho capito che ovunque saremo nel mondo non è importante. Quando si crea un legame si crea un filo che non puoi spezzare.
Oggi sono felice, nuova e piena di emozioni e devo tutto a loro, a quei 50-60 occhi che hanno reso quegli 8 mesi i più assurdi e migliori della mia vita.
Grazie Dubai, Grazie Expo, è tutto scolpito nel mio cuore.”

Con queste parole vorrei far percepire quanto un’esperienza all’estero di questa portata possa cambiare definitivamente una persona. Aumentano le skills, non solo quelle professionali, perché dietro un servizio di sala c’è molto di più. Ci sono le soft skills: imparare a lavorare all’interno di un team, sapersi prendere le proprie responsabilità, avere l’abilità di problem solving di fronte a un cliente piuttosto esigente. Come ci ha insegnato Bulgari ci sono molti modi per dire di “no” a un cliente quando è proprio impossibile soddisfare alcune richieste. Come in ogni cosa è il modo in cui ci porgiamo che fa la differenza. L’attenzione ai dettagli, l’empatia, la giusta parola, un sorriso, sono tutti elementi che aumentano la guest experience all’interno di una struttura 5 stelle lusso, ma anche in generale nella quotidianità. Ci sono state insegnate così tante cose che forse servirebbe un manuale per riesaminare il concetto alla base dell’esperienza del cliente.

Uno dei miei obiettivi di questa esperienza è la mia ricerca di tesi. A luglio 2022 mi laureerò in Progettazione e gestione dei sistemi turistici mediterranei, con l’elaborato dal titolo “L’evoluzione della guest experience nell’hotellerie di lusso. Un’analisi sulla percezione dei Millennials”. E grazie a questa esperienza renderò il mio elaborato personalizzato perché credo che quando pratichi un mestiere sul campo in un contesto internazionale come Dubai ed Expo, puoi contribuire alla ricerca con un tocco differente. L’ospitalità è sempre stata la mia passione più grande sin dalla mia giovane età. Ho sempre avuto la passione nello studio proprio perché la mente può aprirsi a 360 gradi. Se oggi sono tornata con un bagaglio culturale più ampio è stato grazie all’Expo.
Il suo motto era “Connecting mind, creating the future”: penso che non ci sia bisogno di molte spiegazioni, perché la connessione delle menti e l’unione può far creare delle cose incredibili.

Grazie a Dubai la mia mente si è aperta: quando ti interfacci con tante culture hai modo di apprendere da ciascuna di loro piccole nozioni di vita. Dubai è una città nuova, hub internazionale del lusso. E pensare che fino a 20-30 anni fa non c’era niente, se non il deserto e qualche palazzo.
Questa è stata una delle cose che mi ha colpito di più della città. L’abilità di una popolazione di partire da zero e costruire una perla iconica ed internazionale, con una quantità di hotel e resort a 5 stelle incredibile. Se parlo di ospitalità parlo della gentilezza di coloro che lavorano in queste strutture. Sembrava quasi di vivere in un mondo parallelo e separato dalla nostra realtà.

In conclusione, il consiglio che posso dare a tutti i miei coetanei è quello di fare almeno una volta nella vita un’esperienza estera di questa tipologia. Di partire e aprire la mente e capire tante cose di voi stessi quando siete soli e a migliaia di chilometri di distanza dai vostri cari. Di mettere la passione in ogni cosa, anche nella più piccola, perché magari nel breve tempo non lo noterete, ma nel corso degli anni la passione sarà sempre l’elemento vincente in ogni tipologia di lavoro che andrete a fare.
Il settore del Food & Beverage è un mondo affascinante: non porti semplicemente un piatto di linguine con il pesto al tavolo, ma crei un’ esperienza grazie all’attenzione al dettaglio che hai utilizzato nel soddisfare il tuo cliente, consigliando un vino, sorridendo o mettendosi nei suoi panni. Alla fine della giornata potrai sentirti soddisfatto perché in fin dei conti, se un cliente è felice, sei felice anche tu e il tuo cuore sarà invaso da un vortice di emozioni appaganti. Ringrazio l’Expo, Dubai, Bulgari, il mio team, per avermi fatto crescere, aprire la mente e capire quanto il mondo del turismo e dell’ospitalità sia unico e inimitabile. Qualsiasi lavoro andremo a fare nella vita, sarà un successo solo se mettiamo la passione e lavoriamo in team come un’unica famiglia.

Perché come diceva il mio manager: noi siamo l’1% e abbiamo reso l’impossibile possibile in questi 6 mesi di expo”.
Grazie anche alla mia università, per avermi presentato una delle esperienze più incredibili che la vita mi potesse offrire. La nostra nazione è un posto bellissimo e il motto del padiglione Italia ne ne ha dato l’esempio con il suo motto: “Beauty connects people”.

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