#Alumni. #Dallamiafinestra. Silvia Cristofani: il Duomo di Pescia, San Francesco, una collina di olivi e l’idea di un museo per il Convento delle Salesiane

“Sotto l’azzurro fitto/del cielo qualche uccello di mare se ne va;
né sosta mai: perché tutte le immagini portano scritto: «più in là»”

Il più in là cantato da Eugenio Montale è un’attitudine al viaggio che si alimenta di esperienze, racconti, narrazioni. Anche se la nostra meta è il paesaggio che abbiamo tutti i giorni davanti agli occhi. Perché, come scriveva Italo Calvino, “Anche quando pare di poche spanne, un viaggio può restare senza ritorno.”

Perché il viaggio non è distanza, ma bellezza, comunità, sostenibilità, occhi per guardare, parole per raccontarlo.

Il viaggio è una storia che esiste solo se la sappiamo raccontare.

Per questo abbiamo chiesto agli studenti che seguono l’insegnamento “Itinerari turistici e paesaggio come patrimonio culturale” del corso di laurea triennale in Scienze del Turismo tenuto da Enrica Lemmi, Direttrice dell’Accademia del Turismo di Fondazione Campus e professoressa ordinaria presso l’Università di Pisa, di descrivere e raccontare un viaggio aprendo semplicemente una finestra della loro casa. E abbiamo chiesto loro di descrivere il paesaggio che si vede da quella finestra come se fosse una meta turistica usando il linguaggio dello storytelling. Perché quello che i nostri occhi vedono da una finestra descrive il senso del vero viaggiatore. E quando abbiamo occhi per vedere e parole per raccontare quel viaggio diventa un’esperienza che merita sempre di essere raccontata.

Oggi apriamo la finestra di Silvia Cristofani

Dalla finestra di camera mia vedo una buona parte della città in cui abito, Pescia. Stando al quinto piano di una palazzina, ho un’ampia visuale su due quartieri importanti della città, il Duomo e San Francesco. Dalla mia camera riesco, infatti, a vedere le due chiese principali di Pescia e a sentire molti dei rumori che animano la città. Riconosco i diversi campanili che suonano e tengono l’ora, il via vai delle macchine e il chiacchierio delle persone.

Una buona parte della mia visuale è occupata dalla collina che divide la città di Pescia da Montecatini Terme. La collina è prevalentemente coltivata a ulivi, ma è anche ricca di alberi come castagni, faggi e querce. Tutta questa vegetazione conferisce alla vista da camera mia uno sfondo colorato, che cambia a seconda della stagione. Il momento dell’anno che preferisco è la primavera, quando la natura risvegliandosi lentamente si colora di tonalità gialle, arancioni, verdi e rosa, sfumature che colorano le prime giornate calde dell’anno.

Quello che però attira l’attenzione di chi guarda dalla finestra di camera mia è il Convento delle Salesiane. L’edificio è un antica struttura di suore di clausura, oggi non più utilizzato. Ovviamente, l’edificio è custodito da un addetto, che mantiene in buono stato il parco che circonda l’edificio. Ma il convento non è più abitato dagli anni Novanta del secolo scorso. È molto grande ed è costituito dalla Chiesa di San Giuliano, aperta solamente durante festività speciali, da un ampio chiostro al centro dell’edificio e da un grande parco che circonda la struttura. Ad oggi la struttura è utilizzata in occasioni speciali, come per ospitare piccoli concerti di musica classica (solitamente effettuati nel chiostro) e per svolgere gare di tiro con l’arco realizzate ed organizzate dal rione di quartiere, che hanno luogo nel parco del convento. Un altro utilizzo molto importante del parco del convento realizzato dal Rione Santa Maria è la l’organizzazione di manifestazioni e di allenamenti per l’evento più importante dell’anno, il Palio di Pescia.

Questa struttura però potrebbe essere sfruttata molto di più: un buon utilizzo che potrebbe essere fatto è quello di un museo. Infatti, l’edificio in sé non viene mai aperto e negli anni non è mai stato ristrutturato. Per questo sarebbe molto bello se venisse riadattato e se fosse trasformato in un percorso conoscitivo, rendendo possibile la visita non solo del bel parco che circonda la struttura, ma anche dell’interno del convento. Un museo porterebbe anche alla conoscenza della popolazione locale questa struttura che resta molto spesso sconosciuta perché nascosta dalle alte mura che la circondano. Un’occasione che potrebbe diventare un’interessante aggiunta turistica alla città di Pescia per attrarre visitatori ed investire nel settore turistico.

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