In occasione dell’Open Day di presentazione del corso di laurea triennale in Scienze del Turismo presso la Fondazione Campus di Lucca del prossimo 19 luglio 2021, #IoSonoCampus intervista Andrea Gambini, CEO e Co-founder di Emotion s.r.l., proprietaria della startup innovativa Pemcards ed ex studente di Fondazione Campus.
“Quando sono uscito da ragioneria non avevo idea di continuare a studiare. Così, prima di tutto, ho svolto il servizio civile alla Misericordia di Pisa: mi occupavo degli spostamenti degli anziani, insomma facevo l’autista. Poi, ho passato un anno a lavorare in falegnameria. Ma ho sentito che era un ambiente troppo chiuso per me, sempre con le solite poche persone, senza la possibilità di muoversi, spostarsi viaggiare. Così, durante le vacanze estive a Malta, su una panchina, assieme a un amico abbiamo deciso di iscriverci al Campus e di studiare turismo. Allora, parlo del 2007, il Campus era ancora agli inizi ma abbiamo subito creato un bel gruppo di oltre 50 ragazzi, con molti dei quali ci sentiamo ancora”.
Dopo l’università?
Ho cominciato a lavorare prima a Pisa poi in giro per la Toscana e per il mondo. Fino a rientrare e svolgere funzioni di vendita presso una grossa società di servizi postali privati. Un’esperienza che mi è senz’altro servita molto anche in fase di avvio di Pemcards.
E com’è venuta l’idea delle cartoline?
Durante un viaggio in auto per Roma, Geni Bigliazzi, l’altro co-fondatore di Pemcards, mi ha parlato della sua idea di sviluppare una app per l’invio di cartoline cartacee, uno strumento che sembra appartenere al passato ma che non solo è ancora diffuso ma costruisce relazioni di valore non paragonabile alla messaggistica sui social. In Italia ogni anno ne vengono spedite 40 milioni, un numero decisamente basso in confronto a quelli registrati in Francia e perfino negli Usa. Il tutto dovendo comunque entrare in un negozio, comprare le foto standard, compilare il retro, applicare il francobollo e trovare il posto per inviare la cartolina.
Con Pemcards, in qualsiasi momento puoi mandare direttamente dal tuo smartphone una cartolina vera a un amico, un parente o un collega e personalizzare il messaggio scrivendo il testo e scattando direttamente la foto con la possibilità di includere te stesso o chi vuoi.
Restava però ancora un problema: per rivolgersi direttamente all’utente finale occorre fare investimenti enormi in marketing e comunicazione. L’idea vincente, allora, è stata quella di rivolgere il messaggio alle aziende.
Come vi muovete su questo?
Per noi il cliente è l’azienda che acquista i crediti per l’invio delle cartoline e li distribuisce ai propri utenti: ad ogni invio da parte degli utenti vengono inseriti automaticamente nel retro della cartolina il logo, un pay off e un QRCode del cliente. Non si tratta quindi di messaggi pubblicitari o di comunicazioni social, ma su una cartolina fisica viaggiano comunicazioni personali e affettive che veicolano anche la relazione con l’azienda. Il cliente, alla fine, ha anche accesso a un report che comprende nome e cognome dell’utilizzatore, l’indirizzo mail, la data di invio della cartolina e il suo paese di destinazione. Il che produce un tasso di conversione elevatissimo: su 100 destinatari della cartolina, in media 33 aprono il QR Code incluso.
Qualche esempio?
I viaggiatori condividono foto, aneddoti sul loro viaggio, ma non menzionano mai il tour operator che ha organizzato la vacanza. Un tour operator nostro cliente ha regalato Pemcards ai propri clienti che, raccontando tramite le cartoline la proprie esperienze di viaggio agli amici, hanno creato il link tramite il QRCode alle successive richieste di preventivo e alle prenotazioni. Altri nostri clienti come Roma Capitale e CoopCulture che gestisce la bigliettazione di monumenti fondamentali come il Colosseo non hanno nessuna informazione sui clienti degli hotel di Roma o su chi acquista un biglietto per un monumento. Regalando un credito per le cartoline ai clienti possono capire dove sono destinate e quindi quantificare i flussi turistici, ma anche monitorare il tasso di conversione che si possono tradurre in acquisizione di nuovi prospect, utilizzo di coupon, vendita di prodotto, maggior numero di follower sui social, partecipazione a concorsi e premi da parte del destinatario.
Quindi, alla fine, cosa ti ha lasciato l’esperienza di studio in Fondazione Campus?
In una parola: le relazioni. Sia con i professori, che ti seguono per tutto il tempo e sono a disposizione quotidianamente in una una forma di tutoraggio continuo, sia con i compagni e i colleghi universitari con i quali, grazie anche alla frequenza obbligatoria, abbiamo passato tanto tempo assieme, costruendo una vera e propria rete di legami e collegamenti che prosegue nel tempo.