Un futuro “Verde e Blu” per le imprese?

Opportunità della transizione ecologica e competenze professionali richieste: presentati a Capannori i risultati della ricerca dell’Istituto Demopolis sul tessuto produttivo per il progetto Extravert

Competenze e nuove professionalità per un’economia sostenibile richieste dalle imprese

Sebbene il contesto internazionale e le dinamiche dei mercati globali vivano inediti scossoni, con le politiche commerciali statunitensi ancora in divenire e le conseguenze delle guerre in corso che incidono anche sulle rotte degli scambi e sui costi di materie prime ed energia, sono molte le imprese che scommettono sull’economia sostenibile e che sono pronte ad investire sul futuro verde e blu dello sviluppo. Nei contesti produttivi che affrontano la sfida della competitività a “suon” di innovazione, infatti, l’economia sostenibile non è più solo un’opzione: è la scelta; la più efficace; quella che attraversa ogni funzione aziendale e che richiede competenze mirate e nuove professionalità.

È quanto emerge dalla ricerca, realizzata da Demopolis, che è stata presentata dal direttore dell’Istituto Pietro Vento al Parco Scientifico di Capannori nell’ambito del Progetto europeo “Extravert”, promosso dal Comune di Capannori con un importante partenariato internazionale, in seno al programma Interreg Marittimo.

La ricerca demoscopica è stata sviluppata intervistando dirigenti e manager di imprese toscane e dell’area transfrontaliera, con una particolare attenzione per i settori del turismo e della nautica. Ne emerge un panorama produttivo di peculiare interesse.

I due terzi circa dei vertici imprenditoriali dichiarano che nell’ultimo, complicatissimo lustro, l’attenzione alla sostenibilità ambientale è cresciuta significativamente nel proprio comparto (66%). Non a caso, la maggioranza assoluta, il 58%, sostiene che il tema della sostenibilità sia già parte integrante della strategia di impresa, a fronte di un 42% che lo definisce “obiettivo futuro”.

  • “Nella percezione delle imprese intervistate – spiega il direttore di Demopolis Pietro Vento – l’attenzione alla sostenibilità ambientale rappresenta oggi un’opportunità di crescita aziendale: ne è convinto il 60%, a fronte del 31% che ritiene rappresenti un freno alla crescita”.
  • Benefit di immagine e tutela dell’ambiente sono i principali vantaggi che – nella percezione del 72% degli imprenditori – gli investimenti in sostenibilità ambientale possono offrire. Poco meno della metà cita anche vantaggi in tema di competitività, per la possibilità di differenziazione nei mercati di riferimento.
  • Nella percezione del tessuto produttivo, tuttavia, non mancano i limiti e le difficoltà operative negli investimenti in sostenibilità ambientale. Per come emerso nelle fasi di ascolto qualitativo degli attori economici, si tratta innanzi tutto, per il 66% delle imprese, dei problematici costi di adeguamento agli standard ed alle normative, ma circa la metà del campione cita anche i costi aggiuntivi tout court degli investimenti e le difficoltà burocratiche. Oltre un terzo ricorda la visione a corto raggio delle istituzioni. Molto significativo il fatto che oggi più di un quinto segnali la difficoltà di reperimento di risorse umane specializzate in tema di investimenti in sostenibilità ambientale.
  • In termini effettivi, nelle aziende intervistate, le pratiche connesse all’economia sostenibile già prevalentemente attive o in programma: raccolta differenziata (92%), riciclo e valorizzazione dei rifiuti (61%), razionalizzazione dei consumi idrici (60%), strumenti di risparmio ed efficienza energetica (59%), utilizzo di energie rinnovabili (52%). Oggi, resta ancora minoritaria (33%) la verifica delle emissioni di CO2 o equivalenti.
  • Oggetto centrale dell’indagine dell’Istituto Demopolis, promossa dal Comune di Capannori, è stata l’individuazione di nuove professionalità per l’economia “verde-blu”.
  • Molteplice è la richiesta in Toscana e nell’area transfrontaliera, con le più disparate competenze: servono specialisti in politiche territoriali di sviluppo sostenibile (33% di citazioni), Energy manager (31%), esperti in valutazione d’impatto ambientale e bilancio di sostenibilità (28%), responsabili della sostenibilità delle strutture nel complesso (26%), esperti in valorizzazione e riciclo dei materiali (24%), in materiali e processi innovativi, in gestione della qualità dei processi eco-sostenibili e di prodotto (22%).
  • Le professionalità e le competenze necessarie per lo sviluppo dell’innovazione aziendale sostenibile – afferma il direttore di Demopolis Pietro Vento – restano oggi di difficile reperibilità per il 67% degli imprenditori intervistati. Negli approfondimenti di ricerca è emerso l’identikit del Green Manager, una figura di coordinamento fra le competenze per la sostenibilità, capace di orientare l’attività aziendale, favorendo processi produttivi eco-sostenibili, efficienza energetica, strategie a basso impatto ambientale, rispetto di norme ambientali, miglioramento della reputazione”.
  • La stima del fabbisogno potenziale di Green Manager disegna oggi segmenti di interesse rilevante nel panorama transfrontaliero. Il 37% delle aziende ritiene importante – almeno in linea di principio – la presenza di una figura professionale o consulenziale come il Green Manager nel proprio settore. Inoltre, il 38% dei vertici d’impresa intervistati immagina che la consulenza di un Green Manager potrebbe risultare utile anche alla propria azienda.
  • In termini sintetici, il Green Manager dovrebbe essere un facilitatore operativo multi-skills della vita sostenibile delle aziende; non solo un ispiratore della via Green&Blue. Non a caso, dunque, fra le attività che dovrebbe saper svolgere per promuovere lo sviluppo sostenibile, la prima indicazione, segnalata dal 56%, riguarda il monitoraggio dell’impatto ambientale dell’azienda, in linea con i principi della Green e Blue economy. La metà del campione segnala la gestione e l’ottimizzazione dell’uso di energia (49%), e non solo per ragioni di sostenibilità ma anche per il necessario contenimento dei costi aziendali. Inoltre, il 42% rammenta l’urgenza per le aziende di monitorare e gestire bandi di ricerca e sviluppo e adempimenti normativi ambientali, anche per l’accesso ad incentivi e a possibilità di finanziamento agevolato. Sempre nell’ottica di poter contare su figure manageriali con visione e sguardo olistico sulle dinamiche aziendali, 4 su 10 ritengono che il Green Manager dovrebbe saper gestire e sviluppare innovazioni di processo/prodotto/servizio e modelli di business per migliorare la sostenibilità ambientale dell’impresa.

Nota informativa sulla ricerca

L’indagine è stata condotta, nei mesi di febbraio e marzo 2025, dall’Istituto Demopolis, diretto da Pietro Vento, su un campione di 204 realtà d’impresa toscane e dell’area transfrontaliera, nell’ambito del progetto europeo Extravert, promosso dal Comune di Capannori con un partenariato internazionale in seno al programma Interreg Marittimo Italia-Francia. Sono stati ascoltati presidenti, amministratori delegati, titolari d’impresa, dirigenti e manager, tutti con ruoli di vertice in azienda.

Direzione e coordinamento della ricerca a cura del direttore dell’Istituto Demopolis Pietro Vento, in collaborazione con Giusy Montalbano e Maria Sabrina Titone.  

Il Comune di Capannori è Capofila del partenariato internazionale del progetto “Extravert – Esperti per la transizione verde transfrontaliera”, costituito da CNA Liguria, Confindustria Centro Nord Sardegna, GIP FIPAN in Francia, GIPACOR e GRETA HC in Corsica, Fondazione Campus Studi del Mediterraneo e Na.Vi.Go.

Pubblicato in News