#Focus – Agriturismo. Ponte 2 giugno: di prossimità, sostenibile e agrituristico

Sono circa 400mila gli italiani che hanno scelto quest’anno l’agriturismo in occasione del ponte del 2 giugno, spinti dalla collocazione favorevole della festività. È quanto stima la Coldiretti nel sottolineare che si conferma il ritorno ai viaggi degli italiani dopo due anni segnati dal Covid e dalle necessarie misure di restrizione per la pandemia. Se la cucina a chilometri zero resta la qualità più apprezzata, a far scegliere l’agriturismo è la spinta verso un turismo di prossimità, con la riscoperta dei piccoli borghi e dei centri minori nelle campagne italiane che ha portato le strutture a incrementare anche l’offerta di attività con servizi innovativi per sportivi, nostalgici, curiosi e ambientalisti, oltre ad attività culturali come la visita di percorsi archeologici o naturalistici o wellness.

Una tendenza che accanto alle destinazioni turistiche più gettonate sta favorendo la conoscenza dei piccoli borghi dove nasce il 92% delle produzioni tipiche nazionali secondo l’indagine Coldiretti/Symbola, una ricchezza conservata nel tempo dalle imprese agricole con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture storiche. A garantire l’ospitalità nei piccoli centri è soprattutto, secondo Terranostra, una rete composta da 25mila strutture agrituristiche spesso situate in zone isolate della campagna in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto.

Secondo gli ultimi dati Istat le aziende agrituristiche attive nel nostro Paese sono, infatti, 25.060 con il 63% dei comuni italiani che ospita almeno un agriturismo. Ma si arriva a oltre il 97% in Toscana, regione che ha anche il più alto numero di Comuni con almeno 100 agriturismi: Grosseto, Cortona, Manciano, San Gimignano, Montepulciano e Montalcino. Senza dimenticare che il 72% degli agrituristi ha scelto nell’ultimo anno le strutture del Centro e del Nord-est e, in particolare, della Toscana (27%). Una regione che punta a un’ospitalità diffusa lungo itinerari come la via Chiantigiana che parte della zona a sud di Firenze, dalla badia di Ripoli, e si dirige verso il cuore del Chianti fiorentino. Passando per borghi come Ponte a Ema con il Museo del ciclismo Gino Bartali e Grassina. Fino a Greve in Chianti dove tra ville, vigneti e castelli si moltiplicano le soluzioni di ospitalità in agriturismo.

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